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26

Origini, storia e miracoli.

Il 26, come lo conosciamo noi, nasce in una palestra in giro per la calabria (tutto ciò è testimoniato dalle immagini qui affianco). Era la prima partita di basket ufficiale della stagione e ad Andrea venne consegnata la maglia con il numero 26, già lì, sentì che un amore stava per nascere.  Alla partita successiva il numero a lui attribuito fu invece il 13, che, guarda il caso è la metà di 26, da quel giorno ogni cosa, ogni singolo avvenimento della sua vita venne condizionato da quel numero.  

Numerose sono le testimonianze di quanto il 26 non sia assolutamente un numero come gli altri...

oppure

26

Le origini

I° Ipotesi

Si racconta che una giovane ragazza era stata costretta a fidanzarsi con un ricco giovane, ma innamorata perdutamente di un altro scappa con questo. Il giovane tradito e i suoi parenti, offesi, vanno alla ricerca della coppia; finalmente la trovano in un casolare abbandonato e danno sfogo alla loro vendetta lapidando crudelmente i due giovani fino a che questi non hanno incontrato la morte. Persone pietose raccolsero alcune delle pietre insanguinate, che avevano ucciso i due ragazzi e costruirono sul posto un rustico monumento a ricordo della tragedia. Da allora in poi il posto si chiamò “Petri ra zzita”

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P.D.Z.

Non è solo un quartiere.

Le origini

II° Ipotesi

Si dice che un tempo un ragazzo innamorato, che non aveva la possibilità di parlare con la ragazza del cuore per poterle esprimere il suo amore, faceva prima delle estenuanti passeggiate davanti alla porta della sua casa per poterla vedere e farle capire qualcosa per mezzo degli sguardi poi di notte, posava sul pianerottolo due pietre bianche, custodite dal più vecchio del borgo e che servivano in queste occasioni. Il vecchio aveva l’obbligo di consegnare al giovane le pietre quando era convinto che questi era veramente innamorato della ragazza. Per questo motivo la località venne chiamata “Petri ra zzita”.

pdz
Vittorie ed eventi
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TRA ASINI E CAMMELLI

I classici animali, sono troppo noiosi da cavalcare e non danno quel brividino lungo la schiena che rende tutto più bello, provate con cammelli e asini, non ve ne pentirete.

 

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